#DABinVisita all’ExpòMilano2015

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Prima di cominciare mi sento in dovere di fare una premessa. Sarò rapida. Ma è necessaria. L’Expò2015 è stato (è e sarà) sempre accompagnato da polemiche di ogni sorta. Ho seguito con particolare attenzione articoli, inchieste, le fazioni #expottimisti contro il resto del mondo, le notizie sui costi, le file al sole e senza riparo, la disorganizzazione. Ci sono delle puntualizzazioni che condivido, altre no. Dopo tanto sentire la curiosità di andare all’Expò era, diciamo sopita. Non la consideravo una priorità, anche se mi ripetevo che per questioni professionali, non potevo perderlo. Continuavo a rimandare. Fin quando, di ritorno da Washington, ci siamo fermati qualche giorno a Milano e li la domanda di mio figlio, che aleggiava da tempo, è esplosa: “Mamma mi porti all’Expò?”. Non so per quale alchimia ci tenesse tanto ad andare. Eppure eravamo li, a poche fermate di metro e mi sono fatta travolgere da un entusiasmo fanciullo che mi ha caricato di buon umore e di fantastiche aspettative. Sotto trovate  il mio racconto, qui tutte le foto!

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L’arrivo e il percorso
Giovedì 16 luglio, in una torrida giornata, come tante in questa estate, abbiamo preso la metropolitana. Linea rossa, direzione Rho Fiera, capolinea. Ingresso Ovest. Numerosi box Biglietteria aperti. All’ufficio informazione ho richiesto la Mappa Family. Dopo aver superato i controlli con metal detector, abbiamo camminato circa 10 minuti, un percorso a piedi con scale mobili e tunnel ci ha portati dritti dritti nel Padiglione 0.
Mappa alla Mano siamo riusciti a visitare più di 10 diverse postazioni consigliate. Ma abbiamo goduto delle splendide architetture che si sviluppano lungo un decumano intersecato da un cardo, in fondo al quale troviamo l’Albero della Vita. Una giornata non basta a a vedere tutto. Ovviamente. Va considerato come una grande Museo, dove scegliamo noi il percorso da fare, andando a vedere il capolavoro per cui è famoso.
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I padiglioni visitati
Siamo partiti dal Padiglione 0 che ci ha introdotto nel tema dell’esposizione mondiale. Il racconto dei sistemi di sostentamento che nei secoli hanno contraddistinto la vita umana. La pluralità di abitudini culturali che si trasformano in eccessi consumistici. Una impressionante scultura che rappresenta il nostro spreco occupa una sala intera. Poi proiezioni video che avvolgono lo spettatore e il racconto di quello che nuoce alla terra: disatri naturali e interventi invasivi dell’uomo.
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Una divertentissima rete sospesa rappresenta l’ingresso al Padiglione del Brasile! è imperdibile per i bambini, problematica per gli over 65! L’interno con installazioni in ceramica e pannelli interattivi che raccontano colture e storia del Paese. All’esterno – sotto la rete- angoli verdi con piante tipiche e piacevoli posti dove riposare!
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Uscendo dal Brasile in realtà siamo entrati nella Casa Save the Children dal lato in cui si esce…facendo il percorso a ritroso. Con piacere e curiosità Ci siamo fermati nelle postazioni che portano la testimonianza audio e video di bambini che si raccontano. Ogni gruppo è accompagnato dal personale che racconta gli sforzi, le necessità e i successi che si possono ottenere finanziando progetti già attivi.
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Dopo aver passeggiato nel decumano e ammirato le architetture di paesi esotici, ci siamo diretti all’Area Kids di Kinder + Sport. Una postazione organizzata per valorizzare l’importanza del movimento durante la crescita. Un percorso ludico in cui i bambini sono chiamati ad alcune prove fisiche: salto, arrampicata, pedalata, ‘surfata’! Puramente di gioco e i bambini si divertono. Si parte in gruppi di 4 partecipanti, il genitore segue i bambini ma può anche rilassarsi in un’area relax!
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Incuriositi dalla parete vegetale della struttura e invitati dall’assenza di fila, abbiamo visitato il Padiglione Israele. Un interessante introduzione recitata ha intrattenuto la fila contenuta che presto è entrata in una sala in cui hanno proiettato la storia dell’agricoltura del Paese, mettendo in campo 6 generazioni di agricoltori e comunicando le scoperte che giovano al mondo intero, fatte dalla ricerca israeliana.
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Al Padiglione Italia siamo entrati solo per ammirare l’Architettura impressionante! Lì c’era davvero una fila che anche in una giornata infrasettimanale, durava più di un ora. Quindi, a malincuore, ma per ovvi motivi l’abbiamo evitata!
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Uscendo sul cardo ci siamo trovati sulla sinistra lo spettacolo dell’Albero della Vita, che ogni ora viene animato con musica e giochi d’acqua, e ci siamo recati al Padiglione Unione Europea. Anche questo piccolo, ma interessante. Ha affidato ad un cartone animato il racconto dell’unione di alcuni paesi che hanno deciso di collaborare per avviare una storia comune. Il trade union della storia di Alex e Sylvia è stato il pane! Nel 2012 l’unione Europea ha vinto il Premio Nobel per la Pace. Alla fine delle proiezioni una sala con enormi pannelli touch screen che consentivano l’approfondimento di alcuni argomenti.
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Usciti ci siamo ancora soffermati a osservare l’Albero della vita da un punto di vista privilegiato e …particolare! Sotto di esso, oltre a normali panchine, ci sono delle sedie che invece che essere stabili con 4 gambe, terminano con una punta! Chiunque si sieda sopra può ruotare senza cadere.
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Dopo essere passati davanti ad altri padiglioni, alcuni dei quali che una struttura bellissima, siamo andati al Padiglione Kwait. Già all’ingresso i bambini vengono accompagnati in un percorso diverso da quello degli adulti: Il plastico che io vedevo dall’alto, mio figlio lo vedeva dall’interno, sbucando con la testa in semisfere trasparenti. Il padiglione offriva anche una spettacolare Camel Race e ancora video, giochi interattivi e possibilità di annusare le spezie.
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Il Padiglione Qatar ha proposto una grande sala in cui si parlava di cibo, di commerci. Con una scala mobile veniamo poi accompagnati al piano superiore e possiamo proseguire il percorso a piedi percorrendo una spirale intorno ad una istallazione che ricorda proprio l’Albero della Vita. All’uscita c’è anche un’area dove hanno allestito un set fotografico: chiunque può fotografarsi in abiti tradizionali.
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Ultimo sviscerato è stato il Padiglione Austria. Uno dei miei preferiti. Nessuna architettura, ma un bosco ricostruito. Il percorso prevede una rampa che ti porta ad un altro piano in cui sono disseminati dei cilindri con cu si può giocare. In differenti modi viene utilizzata la forza dell’aria: facendo muovere eliche, gonfiando improbabili meduse, incrementando bollicine nell’acqua. Posizionati ai bordi del bosco dei binocoli molto speciali: visualizzavano informazioni a seconda di come direzionavi lo sguardo.
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Il resto del tempo la abbiamo trascorso a chiacchierare su quello che avevamo visto, passeggiando ancora. Ultima tappa il Padiglione Repubblica Ceca, di cui abbiamo visto solo la salvifica piscina in cui grandi e piccini trovavano un po’ di refrigerio dalla calura che attanagliava anche alle 18 del pomeriggio, come fosse
mezzogiorno.
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Considerazioni
Molti eventi di questa levatura portano con se delle contraddizioni stridenti. Non solo in Italia però. Ovunque. In una giornata formato bambino non fai in tempo a visitare tutto, forse neanche quello che ti sei prefissato. Ma non è indispensabile. Non riesci a partecipare a concerti, spettacoli, dimostrazioni, conferenze, incontri, che si svolgo di contuno e in contemporanea tra loro. E’ una macchina davvero grande. Presupporrebbe un attento studio dei programmi giornalieri per una programmazione della visita ottimale. I padiglioni si contraddistinguono per bellezza  e  tecnologia: video a schermi totali, realtà aumentata, schermi touch ed interattivi. Ma anche di giochi tradizionali, di osservazione o di movimento, modelli ricostruiti con materiali diversi e tanta precisione.Quelli che ho visto propongono percorsi di visita che durano in media in una ventina di minuti. Poi dipende dalla grandezza del padiglione stesso e dal proprio interesse. In diversi padiglioni sono previsti anche dei gadget per i bambini o per adulti. Le file che ho fatto non sono durate più di 10 minuti e comunque erano fatte in buone condizioni: tutte all’ombra – sotto strutture rigide o sotto ombrelloni- con ventilatori. C’è anche un gioco carino: è possibile collezionare timbri dei vari paesi di cui si visitano i Padiglioni! è stato messo in vendita il Passaporto dell’Expò2015, ma è possibile farsi timbrare fogli propri o la mappa.
Consigli per chi visita l’Expò con i bambini
a esperienza vissuta mi sono rammaricata di non aver pianificato meglio la visita. Così di seguito vi riporto alcune azioni che ho fatto e sono risultate comode; e altre, non ho fatto, ma che sarebbero state altrettanto utili.
Studiare la mappa in anticipo. Selezionare i Padiglioni che non vogliamo perdere e visitarli per primi, così possiamo concederci anche di improvvisare o deviare il percorso senza ansia.
– partire presto, entrare già alle 10 facilita parte della visita e sfrutta la mattina momento ideale per i bambini.
– andare in un giorno infrasettimanale, evitando il weekend. Anche se mi rendo conto condisione non semplice per chi si può muovere solo nel fine settimana.
– Portare uno zaino con pranzo/merenda e borraccia d’acqua. In tutto l’area ci sono delle fontane (anche con acqua frizzante) da utilizzare liberamente. Le case dell’Acqua sono indicate anche nella mappa generale.
Iniziare la visita lato opposto da quello in cui si entra e a cui dovremmo tornare. Andiamo più lontano sfruttando l’entusiasmo dei bambini e facciamo il percorso in modo tale da avvicinarci alla nostra uscita mano mano che i bimbi si stancano!

Questa è la mia esperienza. Una possibile tra infinite. Raccontatemi la vostra!