#DABviaggia in Cina: Grattacieli e té

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Il panorama che mi ha accolto in Cina è stato davvero ‘altro’ in relazione alle mie aspettative. Siamo usciti dal piccolo aeroporto di Wuhan e ci siamo dirette verso la città e quello che ho visto intorno è stato: fango, cantieri, camion e ruspe! Arrivata in centro tanto traffico e auto con guida ‘sportiva’, che usano il clacson anche in fase di sorpasso, che non danno la precedenza ai pedoni. Mai.
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Strade larghe e ai margini case vecchissime e sporche, grattacieli nuovi o gru con cantieri in atto! Pensavo fosse solo la periferia, ma il centro città era uguale! Ho trovato una medaglia con due facce ben identificali e alquanto opposte. Ho trovato una città in costruzione.
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La città di Wuhan si sviluppa lungo il fiume Yangtze (ovvero il Fiume Azzurro). Vicino alle sponde proliferano ristoranti e locali. E’ molto curata e lo skyline dei palazzi di notte si illumina, creando un’atmosfera davvero magica.
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Le strade parallele al lungofiume, invece presentano zone buie e molto popolari, come negozi aperti fino a tardi e persone che si riuniscono a giocare a Mahjong, uno dei giochi più antichi del mondo. Ma non per questo sono meno suggestive.
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Finito il festival dei bambini siamo rimasti ancora un giorno a Wuhan per registrare dei video di cui vi parlerò in altra sede. Poi in direzione di Shennonjia, il parco naturale in cui è stato avvistato lo Jety, cui è dedicato un intero Museo, antropologico, più che scientifico.
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Da quel momento lo scenario è cambiato sensibilmente. Siamo partiti per pernottare a Yichang cittadina di cui abbiamo visto solo il lussuosissimo albergo a 5 stelle di più di 30 piani. La mattina dopo ci siamo incamminati di buon ora per visitare il Parco di Shennonjia, località naturale e selvaggia di grande bellezza e suggestione. Li ho visto per la prima volta piantagioni di tè inerpicarsi per la montagna!
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Che colori, che odori, che spettacolo! I fiori del tè e le foglie tenere con i germogli che si possono mangiare.
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Il tè come culto, come bevanda sostitutiva dell’acqua, come rito, e anche come accoglienza: ci hanno offerto un tè invecchiato di oltre 50 anni(come da noi il whisky!) Il sapore era aromatizzato e aspro, accompagnato da frutta secca per esaltarne il sapore!
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Non è solo sfuso o in foglie, ma compresso in stampi rotondi o rettangolari, che recano i sigilli grafici che ne evidenziano provenienza e valore.
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Poi abbiamo visitato il parco in cui abbiamo visto la famosa scultura in pietra, le preghiere scritte su nastri gialli attaccati ad un albero.
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Il secolare albero la cui leggenda narra che un masso lo spaccò in due. Poi la popolazione locale vi collocò dentro un Budda e pregò perché l’albero guarisse. Così ora è enorme e sano e si dice che dentro sia rimasta la statua del Budda e oggi è anche quello meta di venerazione.
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Le foreste di bambù, specie vegetali esistenti solo su questa montagna, la salamandra di più di 100 anni, uno dei simboli del parco e la natura rispettata!
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Non perdete il prossimo racconto: vi parlerò delle persone e del cibo!