Centro Didattico Sperimentale “L. Barberini-R. Laporta”

Questo mese un articolo/intervista a 4 mani – scritto da Letizia Lizza (Coordinatrice dei Progetti Didattici) e Valentina Carota (Responsabile della segreteria didattica)- ci racconta la storia del Museo delle genti d’Abruzzo e della sua sezione didattica: di  un cammino che parte da lontano, personale qualificato e un indiscutibile legame con il territorio. Un centro con un respiro ampio, un approccio multidisciplinare e una visione a lungo raggio. Per capire che l’educazione permanente è una strada possibile che dà i suoi frutti. E un suggerimento importante: contro la crisi economica che affligge il settore della didattica museale…rispondere con la qualità delle proposte.
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1) Come nasce il Centro Didattico del Museo delle Genti d’Abruzzo?
Il Centro Didattico Sperimentale “L. Barberini-R. Laporta” nasce ufficialmente nel 1998 all’interno del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara con l’intento di affiancare alle tradizionali visite-guidate un insieme di attività didattiche diversificate quali percorsi interattivi, visite tematiche di approfondimento, laboratori di archeologia sperimentale. Negli anni ’90 in Italia erano ancora poche le strutture museali che proponevano questo approccio didattico innovativo: l’archeologia sperimentale consente infatti di riprodurre utensili di varie epoche utilizzando tecniche e materiali del passato; è possibile così sperimentare personalmente caratteristiche costituive dei materiali, possibilità combinatorie, verificando la funzionalità di vari tipi di strumenti. I primi laboratori di archeologia sperimentale attivati negli anni ’90 riguardavano principalmente la Preistoria ed il Medioevo. Negli anni il pacchetto di offerte didattiche si è arricchito anche di laboratori sperimentali sull’Età dei Metalli, Età Classica, il Rinascimento. Lo staff didattico del Centro, guidato da Christian Dolente e Letizia Lizza (rispettivamente Coordinatore dei Servizi Museali e Curatore scientifico e Referente Progetti), si è arricchito di personale qualificato costituito da antropologi, storici dell’arte, archeologi, e le offerte didattiche spaziano da laboratori di archeologia ad ateliers di tecniche artistiche ad attività etnografiche. Al Centro Didattico “L. Barberini-R. Laporta” è affidata anche la gestione delle attività del Museo Civico “B. Cascella.
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2) A quale pubblico sono rivolte le attività promosse?
Per anni il nostro principale interlocutore è stato il mondo della scuola: i progetti didattici sono rivolti a tutte le classi di ogni ordine e grado, partendo dalla Scuola dell’infanzia fino alla Scuola Secondaria di II grado. Tutte le attività vengono elaborate in base alle indicazioni dei programmi ministeriali ed in linea con i più aggiornati orientamenti della pedagogia sperimentale e della didattica museale. Oggi le nostre offerte sono rivolte anche ad un’utenza non esclusivamente scolastica: durante tutto l’anno il Centro Didattico elabora proposte indirizzate alle famiglie, alle associazioni, al mondo degli anziani, dei lavoratori, in un’ottica di apprendimento pemanente di Lifelong-Learning. Abbiamo col tempo implementato le nostre offerte con numerose iniziative quali i Campi Estivi, le Domeniche al Museo, le Merende a regola d’arte, Dipingere con papà…solo per citare qualche esempio. Tutte le attività hanno percorsi strutturati e vengono progettate con grande rigore scientifico e metodoloigico: cerchiamo sempre di superare i limiti di un mero intrattenimento a carattere divulgativo a favore di attività che, pur con un apporoccio ludico e gioioso, abbiano una reale efficacia in termini di apprendimento. Oltre all’aspetto cognitivo viene coinvolta anche la parte emotiva ed affettiva dei partecipanti, per facilitare l’immagazzinamento dei contenuti appresi nella memoria a lungo termine. Abbiamo attivato anche laboratori che coinvolgono tutto il nucleo familiare ed itinerari sensoriali specifici per i diversamente abili. Ci piace pensare infatti al Museo come al luogo dell’incontro, dell’inclusione e dell’accoglienza, della crescita culturale e dell’apprendimento, ma anche ad un Museo dove lasciarsi sedurre dal percorso della conoscenza, dove lasciarsi incantare. Il nostro obiettivo è far sì che i visitatori che partecipanio alle nostre iniziative acquisiscano dimestichezza con lo spazio museale percependolo come cosa propria, come bene da tutelare. L’idea del Museo concepito come luogo buio e noioso, mero contenitore di polverosi oggetti, è morta per sempre.
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3) Quali sono le finalità delle iniziative rispetto al territorio?
Tutti i nostri progetti partono dal territorio, elemento imprescindibile per un museo demo-antropologico come il Museo delle Genti d’Abruzzo. Ogni attività consente di approfondire un aspetto della storia, delle tradizioni, dell’arte e della cultura dell’Abruzzo mediante il metodo della ricerca storica, attraverso l’analisi comparata delle molteplici fonti documentarie scritte, materiali, iconografiche ed orali conservate nelle sale espositive. Un momento di verifica finale è costituito dalle escursioni didattiche sul territorio, finalizzate a consolidare quanto appreso durante le attività svolte presso il museo. In una fase così delicata della contemporaneità in cui globalizzazione e virtualità possono condurre i giovanissimi ad un senso di smarrimento e di perdita di identità, è fondamentale offrire dei solidi punti di riferimento per conoscere le proprie radici partendo dalla conoscenza del territorio. Anche in un’ottica di intercultura, di scambio, di apertura verso storie e culture di altri popoli, è fondamentale poter raccontare la propria storia.
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4) Come si riesce ad operare in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando?
In Italia per fronteggiare la crisi economica le istituzioni e le pubbliche amministrazioni operano i tagli più ingenti proprio nel settore della cultura, e dei musei in particolare. Questo è paradossale in un Paese che ha un patrimonio museale unico, straordinario, diffuso e capillare, come tutti sappiamo. Sono in difficoltà soprattutto i piccoli musei, i musei del territorio magari esclusi da percorsi commerciali di fruizione turistica e consumistica del “prodotto cultura”, i musei che non possono contare sui grandi sponsor presenti ad esempio nelle mostre blockbuster che si sono tenute negli ultimi anni e che hanno attratto centinaia di migliaia di visitatori. Ed è proprio in un momento di difficoltà come questo che la qualità delle proposte di un museo può fare la differenza. Aggiornamento, formazione costante, rigore, metodo, tenacia, passione: sono queste le peculiarità principali che contraddistinguono le professionalità museali e che garantiscono l’elevata qualità delle proposte. E il costante aumento dei partecipanti alle nostre iniziative e l’entusiasmo con cui ogni attività viene accolta dal pubblico confermano che dobbiamo perseverare avendo sempre come obiettivo la qualità.