X Biennale d’Arte del Bambino

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Prendete un Palazzo storico in una città veneta. Metteteci dentro dei lavori eseguiti da bambini e bambine su un tema specifico. Aggiungete creatività, tempo e sperimentazioni grafico-materiche. Ecco a voi la X Biennale d’arte del Bambino 2016! A Treviso nella Ca de Noal dal 7 maggio al 5 giugno si è svolta una particolare esposizione d’arte. Vi racconto quello che ho visto, aggiungendo info utili e alcune mie considerazioni. Qui tutte le foto.
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Che cos’è e Come funziona
Grazie al Potere del Web, sono venuta a conoscenza per la prima volta della Biennale d’Arte dei Bambini nel 2014 con la IX^ edizione col tema “Ri-cerca in arte Ri-educazione educata”. Qui vi racconto della mia scorsa visita. Ho avuto modo di incontrare diverse volte Liana Bottiglieri Calzavara, pittrice, ideatrice della Biennale d’Arte del Bambino e creatrice del metodo Alfabeto Segno-Colore. L’esposizione si svolge ogni 2 anni e prevede un tema unico su cui lavorare. Per partecipare occorre iscriversi all’Associazione Biennale d’Arte del Bambino. L’iscrizione da diritto a corso di aggiornamento su attività didattiche e percorsi pedagogici su Ricerca e Sperimentazione nella Creatività Artistica, possibilità di esposizione e consulenza per la realizzazione delle opere finali. Possono partecipare nidi, materne ed elementari di tutta Italia.  Questi i contatti per chiedere qualunque info alla direttrice della Biennale.

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Esposizioni per essere e per conoscere
Chi segue questo blog sa quanta importanza riservo alla fase della ‘restituzione’ di qualunque progetto di arte per e con bambini e bambine. Quel momento finale, consecutivo alla programmazione e alla realizzazione di attività didattiche, necessario per:
– Conoscere e raccontare il lavoro generale svolto
– Riconoscere l’espressione individuale ed evidenziare l’apporto del singolo nelle dinamiche culturali
– Creare condizioni di apprendimento permanente diffuso e condiviso
Documentare percorsi educativi perché rimangano pietre su cui continuare a costruire coscienza
Valorizzare i bambini e le bambine attraverso i linguaggi artistici, e viceversa.
Esporre le opere dei bambini in luoghi sensibili, deputati all’osservazione è un momento di formazione indispensabile, raro e, talvolta, falsato.
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La Biennale d’Arte del Bambino lavora da 20 anni nella didattica e nell’educazione all’Arte. Senza dubbio un punto di vista personale quello della pittrice che ha fondato l’associazione e che segue formazione e allestimento. Un momento interessante oltre che per apprezzare le capacità manipolative, creative e di sintesi formale dei bambini, anche per penetrare il nostro lavoro. Ad osservare le opere esposte emergono chiari alcuni elementi che possono tornare a quanti, come me, lavorano nel settore e propongono attività legate all’arte. Per esempio è possibile riconoscere i lavori realizzati in età prescolare oppure individuare durante quale anno delle primarie sono state realizzati. È possibile riconoscere il cambiamento di competenze, l’idea ispiratrice, il progetto proposto, ma anche il metodo di lavoro seguito e le aspettative di noi adulti. Tutte queste cose solo guardano “due disegni di bambini appesi al muro”? Si perché l’Arte è un veicolo serio, diretto, dissacrante. E i bambini estimatori naturali di bellezza. In tutte le sue forme. Stimolare questo binomio può solo farci bene.

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