#DABinViaggio a Washington D.C.

La #SummerDAB2015 è stata contraddistinta da una avventura internazionale davvero intensa! Vi racconto in poche righe e tante foto, la mia esperienza di Didattica dell’Arte fatta a Washington D.C. Il Summer Camp aveva come tema le Emozioni, sviluppate dal punto di vista teatrale (qui tutte le foto) e dal punto di vista visuale (qui tutte le foto). Benvenuti nel mio racconto!
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Dove e perchè
Alla Hardy Middle School in Georgetown, nella settimana a cavallo tra giugno e luglio, si è svolto il Summer Camp MaPaci 2015. In contemporanea al nostro, nello stesso Istituto erano attivi altri centri estivi. Ciascuno aveva propri spazi assegnati, condividendo-a turno- solo il cortile esterno.
Sono stata invitata dal comitato direttivo dell’Associazione MaPaCi -Mamme e Papà per la Cultura Italiana- che si occupa di tenere vive la proprie origini, trasmettendo ai bambini nati in America, tra l’altro, lingua, memoria, arte italiana. Qui la pagina faceboo. Ringrazio tutti per l’ospitalità e per l’accoglienza.
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La giornata
Il campo estivo cominciava alle 8.30 del mattino ed entro le 9 erano già presenti tutti i bambini e le bambine. Dopo l’accoglienza andavamo nella Choir room in cui cominciavano le attività teatrali. Vivian Allvin proponeva ogni giorno, giochi di gruppo, riscaldamento di corpo e voce, e da subito, ha invitato i bambini a fare alcune “improvvisazioni”. Le definiva lo spazio del palco, l’argomento, i ruoli e il resto lo facevano i bambini! Attraverso prove, risate e suggerimenti, ciascuno trovava la propria modalità linguistico-espressiva. Dopo un piccolo intervallo (con merenda) le attività riprendevano con me nell’aula di Arte. Aula grande e comoda con un incredibile rapporto spazio-fisico & moviment-creativo. Poi la giornata continuava con pranzo, altre attività, altro intervallo e si concludeva nella accogliente Biblioteca del quartiere.
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Il programma di Arte
Rispetto al programma che intendevo effettuare ci sono stati dei cambiamenti che hanno stravolto la scaletta e i temi trattati. Apportare dei piccoli accorgimenti è fisiologico in qualunque progetto. Venendo a contatto con il gruppo di bambini con cui lavorare , è inevitabile modificare. A maggior ragione quando si lavora per la prima volta insieme ad altre persone: perchè funzioni l’alchimia occorre entrare l’una nel lavoro dell’altra.
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Osservando Vivian in corso d’opera ho calibrato il mio intervento, modificando i temi e alternando lavori di gruppo ed individuali, per dare continuità formale al metodo e per rafforzare obiettivi comuni.
I colori e gli strumenti utilizzati sono stati: pennelli, spugne, matite colorate, cere, tempere dianche e nere. Le tecniche utilizzate sono state il collage, dripping, disegno, stampa. Il tema sono state le “emozioni” da indagare, da scoprire e da visualizzare.
Le attività
Nella prima opera collettiva, è stata affidata ai bambini e alle bambine la scelta di soli 3 colori, ognuno identificativo di una particolare emozione. Il lavoro di gruppo è stato poi smembrato e, nella mostra finale, ha rappresentato un gioco in cui i genitori dovevano riconoscere i disegni dei propri bambini!
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Intorno al colore abbiamo sperimentato la tinta su tinta. Ovvero abbiamo lavorato sull’illustrazione di una storia inventata durante la sessione teatrale, lavorando non per contrasto, ma per assonanza cromatica.
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Abbiamo analizzato l’effetto delle tempere, presentate solo in bianco e nero, usate su diversi supporti: cartoncino colorato, bristol bianco e nero, carta olio, tele. Con esperimenti diversi: dripping collage, stampa, simmetria.
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Abbiamo esplorato il carboncino, tecnica in cui i bambini si sono tuffati a piene mani (e non è metaforico).
Tutti i lavori eseguiti su carta sono poi stati raccolti in un libro/fascicolo rilegato e poi esposto.
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Mentre una istallazione di tutte le micro-tele comprendeva le singole opere realizzate con le tecniche che preferivano, ma unicamente in bianco e nero.
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La mostra e lo spettacolo
Il percorso del Summer Camp si è concluso con uno spettacolo finale, vissuto come lezione aperta, e una Mostra dei lavori d’Arte che ha rappresentato anche parte della scenografia.
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Considerazioni
L’esperienza alla Hardy Middle School è stata davvero formativa per numerosi aspetti. Il contatto con un sistema organizzativo differente. L’inattesa prova fisica, sia per l’orario prolungato (8.30-17.30), sia per la notevole escursione termica tra esterno e interni (davvero aria condizionata a mille!). La notevole prova professionale, dove mi sono messa molto in dicussione cercando di cogliere tutti gli impressionanti stimoli lanciati dalle attività di “improvvisazione teatrale” di Vivian. Nucleo solido che lascio decantare e che spero di sviluppare. Ovviamente le persone da cui ho imparato di più, potete immaginare bene chi siano! Attenta osservazione dei bambini e del loro modo di interagire o di rispondere alle sollacitazioni dell’arte, mi porto dietro nuovi punti di vista, ma anche diverse conferme. Innanzitutto l’iniziale apparente smarrimento quando illustri loro una tecnica e gli chiedi di usarla, la prima cosa che chiedono è :”Cosa devo disegnare?”. Poi il progressivo riappriopriarsi di una libertà creativa, non necessariamente figurativa, legata semplicemente al piacere dell’esecuzione. La conferma che ciascuno ha i suoi tempi e le sue peculiarità che emergono, silenziose e prepotenti, quando ci dedichiamo a talune attività, come quella manuale.  La certezza che sperimentare vuol dire conoscere e capire il se e l’intorno. e che chiunque può aver voglia di provarsi per superare i propri presunti limiti. Posso dirlo eccome: è stato proprio un viaggio nelle Emozioni.