I colori della terra LAB

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L’ Orto Botanico di Siena, in collaborazione con la Proeco,  nell’ambito del Progetto Siena For Kids, nei weekend di novembre ha ospitato tra le attività didattiche I colori della Terra. Ho progettato insieme al pedologo Roberto Barbetti un laboratorio interdisciplinare che ha voluto mostrare i suoli sotto i due punti di vista, affrontando la doppia analisi scienza e arte. Di seguito vi racconto un incontro avvenuto con una classe delle scuole secondarie inferiori. Qui tutte le foto.
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Il laboratorio
Il laboratorio prevedeva diverse fasi in cui io e Roberto ci siamo alternati nella conduzione, scambiandoci spazi e tempi di narrazione per rendere l’incontro ritmicamente sostenuto e didatticamente funzionale. Una classe di 20 alunni è stata divisa in due gruppi da dieci. Mentre un gruppo procedeva alla visita dell’orto Botanico con una guida ambientale, l’altro gruppo seguiva il laboratorio. I gruppi sono stati invertiti dopo circa 1 ora di lavoro. Dopo aver accolto i ragazzi e le ragazze, Roberto ha introdotto l’argomento mostrando i campioni di terra raccolti in Italia e all’estero, classificati con una scheda tecnica, discutendo su provenienza e sulle qualità dei suoli e proponendo le dovute differenze con i minerali. Il passaggio alla fase finale è stato il confronto tra la classificazione dei colori dell’Arte con il Codice Munsell, pantone dei suoli. La fase di pratica ha previsto l’utilizzo delle terre per dipingere. Ripercorrendo alcuni momenti necessari per creare pigmenti adatti: polverizzare nel mortaio col pestello, setacciare, purificare, mescolare col legante. Pretesto per affrontare argomenti come le botteghe dell’arte, le committenze, i contratti, i materiali e le opportunità creative.
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L’interdisiplianarità
Creare progetti che fanno dialogare discipline differenti, che prevedano momenti di ascolto, alternati a momenti manipolativi e di confronto. Organizzare un processo dinamico con alcune informazioni date e rafforzate dal percorso proposto. Consentire di occupare lo spazio e muoversi fisicamente dal dentro al fuori di un’aula didattica. Sono statele direttive a cui ci siamo ispirati e gli obiettivi che abbiamo voluto perseguire. Progettare in questo modo non è stato facile per noi perché abbiamo dovuto mediare le nostre idee con l’altro operatore (professionista in altro settore), amalgamare metodologie per rendere la fruizione fluida, gestire e mediare informazioni di diversa natura. I vantaggi che scaturiscono da uno sforzo progettuale di questo tipo sono di gran lunga superiori alle difficoltà che si incontrano e di maggiore durata nella memoria individuale e collettiva. Azione, condivisione, scoperta, lavoro di gruppo e ribaltamento di ruoli e preconcetti le dinamiche scaturite.
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I commenti
Interessanti le reazioni di ragazzi e ragazze e quelle delle professoresse intervenute. Anche chi non è arrivato convinto si è lasciato incuriosire e coinvolgere dalla narrazione e dall’attività manuale. Sono andati via ringraziandoci e commentando tra loro “Mi sono divertita/o!” “E’ stato bellissimo!”. I partecipanti hanno potuto apprezzare, alla fine e nel confronto diretto, la differenza della resa pittorica delle varie tipologie di terre. Con il primo gruppo abbiamo lavorato con le terre rosse e gialle, col secondo con la terra nera, grigia, bianca e verde.  La gratificazione che ci è arrivata ha assunto, dunque, una valenza formativa di grande spessore. Muovere entusiasmo, creare un ambiente didattico ‘confortevole’, stimolare la curiosità predispone al confronto costruttivo e all’apprendimento funzionale.

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